“Ai giovani vorrei dare un consiglio: scegliere la professione che interessa di più. Quando dovrete decidere cosa studiare, non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma a quello che vi piace veramente. Poi fatelo seriamente. Alle ragazze, in particolare, consiglio di avere più fiducia in se stesse e pretendere che i loro diritti vengano rispettati. E, da ex sportiva, voglio dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la vita come s’affronta una gara. Con la voglia di vincere.”
— Margherita Hack
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PRANOTERAPIA ( Eddy Martello)
Prima di tutto Vorrei ringraziarvi per aver deciso di dedicare parte del vostro tempo alla lettura di questo articolo.
Tutto ciò che ho scritto è frutto di un percorso che ebbe inizio più di 10 anni fa e riguarda la mia esperienza personale.
Tengo a precisarlo perché penso che non esista nulla che abbia un valore assoluto: oggetti, simboli, terminologie, esperienze… tutto ha un valore relativo e soggettivo. Allo stesso modo ritengo che nulla sia in assoluto giusto o sbagliato.
Proprio per questo è importante rispettare e ascoltare opinioni diverse.
Quante volte ci è capitato di cambiare idea?
Questa può essere la testimonianza di quanto possiamo essere influenzati dalle informazioni che arrivano dall’esterno, quali l’educazione ricevuta, l’insegnamento religioso, la scienza e l’opinione pubblica.
Tutti questi fattori hanno contribuito ad offuscare la nostra mente e il nostro intuito.
Per questo motivo ho evitato di citare siti o libri in cui poter trovare risultati di studi e ricerche inerenti agli argomenti che qui tratto, con l’intento di stimolare la vostra curiosità. Sarete voi a scegliere dove e cosa cercare, facendo attenzione ad una cosa molto importante: leggete, poi fermatevi e ascoltate le vostre sensazioni (non i pensieri) e, se vi aggrada, prendete solo ciò che vi piace.
Ogni giorno vedo pubblicate su Facebook centinaia di belle frasi, perle di saggezza, discorsi filosofici, tutti validi strumenti per stimolare crescita interiore e consapevolezza… ma quanti di noi si SOFFERMANO ad ASCOLTARE come risuonano quelle parole?
Soffermarsi, ascoltare: attività incompatibili con i nostri ritmi frenetici. Eppure basterebbero pochi istanti per compiere la scelta giusta, farsi passare un mal di testa, trovare le risposte che cerchiamo…pochi istanti, per ascoltarsi.
Mi piace descrivere il nostro corpo come una grande ricetrasmittente capace di ricevere, trasmettere e memorizzare tutte le informazioni provenienti dall’ambiente circostante: rumori, suoni, colori, profumi, capaci di condizionare (consapevolmente e inconsapevolmente) il fisico e la mente, donandoci sensazioni più o meno intense. Tutto questo attraverso il nostro conduttore naturale: l’acqua.
E’ stato dimostrato da un ricercatore giapponese che qualsiasi tipo di acqua (inclusa quella contenuta nel nostro corpo) ha la capacità di assimilare e memorizzare questo genere di informazioni modificando il proprio sistema molecolare a seconda dello stimolo ricevuto.
Ora, provate ad immaginare il nostro organismo come un insieme di corsi d’acqua che fluiscono portando informazioni ovunque. Cosa può capitare nel momento in cui uno di questi preziosi ruscelli si intasa a causa di blocchi e forzature? Mi riferisco a violenze emotive, traumi del passato che stagnano riaffiorando ogni tanto, paure e rabbia. Generalmente a questi “amici” non permettiamo di fluire attraverso di noi, ma li giudichiamo e li blocchiamo.
Questi macigni emotivi diventano, col passare del tempo, sempre più enormi e difficili da rimuovere. E così assistiamo all’insorgere delle varie patologie, dalle più labili e superficiali a quelle più profonde e pericolose.
Paragonate un lieve mal di testa ad una spia dell’ autovettura che vi segnala un’anomalia; quale potrebbe essere la vostra reazione? Cerchereste forse di smontare il cruscotto per far spegnere la spia o consultereste il manuale per tradurre ciò che il segnale dice?
Ecco, quando ai primi sintomi corriamo a prendere il farmaco, simuliamo il tentativo di interrompere la corrente, si spegne la spia ma non risolviamo la causa.
Quel lieve mal di testa non è un nemico (anche se fastidioso) da eliminare ma un amico che cerca di comunicare invitandoci ad ascoltarlo, prima che il problema si aggravi. E se l’elettrotecnica e la meccanica non è il nostro forte? Beh forse una possibile soluzione potrebbe essere quella di rivolgerci a chi ci può aiutare a tradurre il messaggio.
Questo,per me,è il lavoro del Pranoterapeuta: non di trovare per voi la soluzione ma aiutarvi a diventare consapevoli e riuscire a trovare la risposta più consona. Per ottenere dei risultati è indispensabile la collaborazione tra colui che pratica e colui che riceve il trattamento.
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